Eracle, rocambolesco ed avventuroso personaggio mitologico, futuro Ercole dei romani, nasce dalla relazione adulterina tra Alcmena, moglie di Anfitrione, e Zeus.
Superando di molto per capacità naturali tutti quanti gli altri uomini, coltivò con passione sia l'architettura, sia la creazione di statue, sia la lavorazione della pietra. Fu anche l'inventore di molti strumenti utili alla sua arte e costruì opere che suscitavano ammirazione in molte contrade del mondo abitato.Nella creazione delle statue era talmente superiore a tutti quanti gli uomini che le generazioni successive favoleggiarono che le statue da lui create fossero quasi come degli esseri viventi: infatti, esse sembravano che potevano vedere e camminare e, in generale, serbavano l'impostazione del corpo intero, cosicché pareva che l'oggetto da lui creato fosse una creatura vivente. Poiché fu il primo a raffigurare gli occhi e a riprodurre le gambe divaricate nell'atto di camminare, e ancora le mani tese, a ragione era ammirato dagli uomini.Gli artisti vissuti prima di lui creavano le statue con gli occhi chiusi e con le mani aderenti ai lati del corpo. Ora, benché Dedalo fosse ammirato per la sapienza artistica, fuggì dalla patria in quanto riconosciuto colpevole di omicidio per le seguenti cause. Talo ( o Calo o Perdice ), il figlio nato alla sorella di Dedalo, veniva educato presso Dedalo, quando era ancora ragazzo. Ma, essendo più dotato del maestro, inventò il tornio, e quando si imbatté per caso nella mandibola di un serpente, dopo aver segato con questa un piccolo pezzo di legno, imitò la dentellatura dei denti del serpente. Per questo, fabbricata una sega di ferro, e segando con essa il legno che usava nel suo lavoro, pare abbia inventato uno strumento di grande utilità per l'edilizia. Parimenti, inventò anche il compasso e alcuni altri ingegnosi strumenti, e si guadagnò notevole celebrità. Dedalo, invidioso del ragazzo, pensando che costui avrebbe superato di molto in celebrità il maestro, lo assassinò. Sorpreso nell'atto di seppellirlo, gli fu chiesto per chi stesse scavando, ed egli rispose che stava sotterrando un serpente. Accusato e riconosciuto colpevole di omicidio dagli Areopagiti, dapprima fuggì in una contrada dell'Attica, i cui abitanti ricevettero il nome di Dedalidi, in suo onore. Poi, dopo che fu scappato a Creta, dov'era ammirato per la celebrità della sua arte, divenne amico del re Minosse.
Alcuni però raccontano un mito secondo il quale quando Dedalo soggiornava ancora a Creta ed era tenuto nascosto da Pasifae, il re Minosse, che desiderava infliggere una punizione a Dedalo ma non era in grado di trovarlo, fece rintracciare tutte le imbarcazioni presenti sull'isola e promise che avrebbe dato una grande somma di denaro a chi lo avesse rintracciato.
Allora Dedalo, rinunciando alla fuga con un'imbarcazione, costruì con straordinaria ingegnosità delle ali meravigliosamente modellate in cera; dopo che le ebbe messe addosso al corpo di suo figlio e al suo, inaspettatamente volarono via e scapparono sorvolando il mare vicino all'isola di Creta. E Icaro, a causa della sua giovane età, si spinse in volo troppo in alto e cadde in mare, dopo che per il sole si fu fusa la cera che teneva insieme le ali; invece Dedalo volando radente al mare e bagnando costantemente le ali, si mise in salvo in Sicilia.
Minosse, re dei Cretesi, che a quei tempi era padrone del mare, informato della fuga di Dedalo in Sicilia, decise di condurre una spedizione contro quell'isola. Dopo aver preparato una forza navale considerevole, salpò da Creta e sbarcò in una località del territorio di Agrigento, dal suo nome chiamata Minoa.
Qui fece scendere a terra l'armata, mandando messaggeri al re Cocalo e chiedendogli Dedalo per punirlo. Ma Cocalo invitò Minosse a un colloquio, e dopo aver promesso che avrebbe fatto ogni cosa, ricevette Minosse ospitalmente.
Mentre costui si faceva il bagno, Cocalo, trattenendolo lungo tempo al caldo, lo uccise, e ne restituì il corpo ai Cretesi adducendo a ragione della sua morte il fatto che fosse scivolato nella stanza da bagno e fosse morto cadendo nell'acqua calda.
I compagni di spedizione di Minosse seppellirono magnificamente il corpo del re, e edificata una tomba a due piani, nella parte nascosta deposero le ossa, mentre in quella aperta fecero un tempio ad Afrodite.
Minosse vi fu onorato per molte generazioni, poiché gli abitanti del paese vi sacrificavano nella convinzione che il tempio fosse di Afrodite.
In epoca più recente, dopo che fu fondata la città di Agrigento, una volta che si venne a sapere della deposizione delle ossa, accadde che la tomba venisse distrutta, mentre le ossa furono restituite ai Cretesi, quando Terone aveva il potere ad Agrigento.
Comunque, i Cretesi rimasti in Sicilia dopo la morte di Minosse furono in contrasto per la mancanza di un capo e rinunciarono a ogni speranza di ritorno in patria, dal momento che le loro navi erano state date alle fiamme dai Sicani di Cocalo, però, avendo deciso di abitare in Sicilia, alcuni fondarono là una città a cui diedero un nome ispirato a quello del loro re, Minoa, mentre altri, dopo aver vagato per l'interno dell 'isola ed occupato un sito in posizione strategica, fondarono una città cui diedero nome Engion (Nicosia o Troina), derivato da quello di una sorgente che in essa scorreva.
fonte: Diodoro Siculo- Bliblioteca Storica
I cittadini liberi greci (il demos) reclamavano maggiore autonomia e, con l'arricchimento che portarono loro i commerci e gli altri beni mobili, decisero di avventurarsi a colonizzare nuove terre. Inoltre, la Grecia era un paese povero di risorse come fiumi, campi coltivabili, dato il territorio scosceso e tutto ciò contribuì alla scarsità di materie prime, che portò alle migrazioni.
© 2023 Etnacountries