A picco sul mare venne fondato dai Normanni un castello, attorno al quale si formò il borgo, concesso da Ruggero ai Vescovi di Catania. Nel 1169 un terremoto distrusse in parte il borgo, cosicché la maggior parte degli abitanti si trasferì nel territorio circostante; successivamente il paese fu ripopolato. Mentre il castello appartenne a Ruggero di Lauria, venendo espugnato nel 1297 da Federico II d'Aragona, il borgo rimase a lungo possesso dei Vescovi di Catania. Passato in seguito agli Aragona, Aci Castello fu acquistato nel 1760 da Giuseppe Emanuele Massa. Il castello, assai pittoresco per la sua posizione su una roccia vulcanica e per il colore scuro delle sue cortine, risale, come già detto al periodo normanno (XI secolo), ma si presenta soprattutto nei rifacimenti dei secoli XIII-XIV, con robuste torri merlate. Nel XIX secolo, nell'allora borgo marinaro di Aci Trezza, lo scrittore Giovanni Verga ambientò il romanzo I Malavoglia.
Gli agrumeti interessano la maggior parte della superfice coltivata (circa 520 ha); tra le colture minori prevalgono l'olivo, la vite, il mandorlo e gli ortaggi. Aci Castello è inoltre una frequentata e attrezzata località turistica e balneare.
Da Visitare
- il Castello di Aci, su una rupe che si affaccia sul mare. La rupe è costituita da un imponente ammasso di grossi globi basaltici, ciascuno dei quali è coperto da una crosta vetrosa ed internamente diviso in prismi angolosi irraggianti dal centro verso la periferia. Piccole masse di tufo o argilla occupano gli interstizi fra i diversi globi. Questa struttura, di cui esistono pochi altri esemplari al mondo e non così belli, è attribuita a un’eruzione basaltica nel mare poco profondo, nel quale la massa liquida del magma vulcanico, lacerata dalle forze eruttive, si è sparsa come un cavolfiore. Le sue estremità hanno assunto la forma sferoidale, raffreddandosi improvvisamente nella massa esterna, come prova la crosta vetrosa. Una lava relativamente recente, che si ritiene quella 1169, investì la rupe di Aci, formando a nord di essa ampie caverne, in cui sono incrostazioni calcaree con perforazioni di litodomi fino a 6 m sull’attuale livello del mare, il che farebbe ascendere a 8 mm all’anno l’emersione bradisismica del luogo. Il Castello, di lava nera come la roccia su cui sorge, fu eretto nel 1076; appartenne a Ruggero di Lauria e fu espugnato nel 1297 da Federico II d’Aragona.
- Festa Patronale di San Mauro il 15 gennaio
- La riserva naturale integrale Isola di Lachea e Faraglioni dei Ciclopi e la riserva naturale marina Isole Ciclopi tutela le aree terrestri e marine in corrispondenza dell'arcipelago dei Ciclopi con l'isola Lachea.
Curiosità
Questi luoghi sono così suggestivi e seducenti, che una celebre attrice piemontese, Giacinta Pezzana (1841-91), dopo avere girato il mondo, nel 1886 decise di stabilirsi ad Aci Castello, e vi morì cinque anni dopo. Nella piazza antistante il castello c’è un suo busto; e la sua tomba, in pietra lavica, è stata eretta, a spese del Comune, nel cimitero del paese che ella amò sopra ogni altro.
Santi Correnti- Sicilia insolita
L'Area marina protetta Isole Ciclopi è un'area protetta che si estende nel tratto di mare antistante Aci Trezza e comprende il piccolo arcipelago delle Isole dei Ciclopi e il tratto di mare tra Capo Mulini e Punta Aguzza nel comune di Aci Castello, istituita con Decreto Istitutivo Ministeriale del 09/11/2004
ll tratto di costa compreso nella riserva fa parte della piattaforma continentale basaltica originata dal sollevamento dei fondali marini e dalle antichissime colate del vulcano Etna. Sono visibili nel porto di Acitrezza e nei faraglioni le caratteristiche formazioni basaltiche colonnari del tipo di quelle presenti nelle gole dell'Alcantara.
Vuoi saperne di più?
L’Area è ricca di bellezze ambientali, e non solo sulla terraferma, dove domina incontrastato un paesaggio incantevole. Un altro tesoro delle Isole Ciclopi, infatti, sono gli splendidi fondali, ricchi di colori e di una moltitudine di forme di vita, anche tra le più curiose. Come in tutti i luoghi dove la natura è tutelata, occorre però osservare alcune semplici regole di comportamento, per fruire in pienezza ciò che ci circonda, senza danneggiarlo e comprometterne il delicato equilibrio.L’Area è distinta in tre zone, a differente grado di protezione.
La prima, contraddistinta dalla lettera A, è di riserva integrale, ed è ben delimitata da boe stazionanti di colore giallo.Al suo interno è consentita la balneazione in aree predisposte, come pure l’accesso e il transito di natanti a remi o a vela.
Per garantire l’integrità di quest’area, sono interdetti:
- le attività che possano comunque arrecare danno o disturbo ai programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell'area;
- l’alterazione diretta o indiretta dell’ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e biologiche delle acque, nonché la discarica di rifiuti solidi o liquidi e l’immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare le caratteristiche dell’ambiente marino;
- l’asportazione e il danneggiamento delle formazioni geologiche e minerali, nonché della flora subacquea;
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- la pesca, sia professionale che sportiva; la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e qualsiasi attività che possa rappresentare un pericolo per le specie animali e vegetali, compresa l’immissione di specie estranee;
- l’introduzione di armi, esplosivi, nonché di sostanze inquinanti;
- l’immersione con o senza apparecchio di respirazione.
Nella zona B, di riserva generale, si allargano le maglie dei permessi e si restringono, correlativamente, quelle dei divieti.
In particolare:
- è consentita la balneazione
- sono regolamentate la navigazione, la pesca sportiva e l’immersione subacquea, mentre sono vietate la pesca professionale non autorizzata dall'ente gestore nonché la pesca subacquea.La pesca sportiva è consentita nelle zone B e C solo ai residenti muniti di specifica autorizzazione, esclusivamente con lenze a mano da terra o da natante.
I pescatori sportivi non residenti possono praticare il pesca-turismo con i pescatori residenti in possesso di specifica licenza.
Per qualsiasi dubbio, informazione, o ulteriore chiarimento, il personale e gli esperti dell’Area Marina Protettas ono a disposizione dei visitatori per garantire una corretta fruizione delle Isole Ciclopi.![]()
Tra i suoi compiti istituzionali l’Area Marina Protetta "Isole Ciclopi" persegue quello di favorire e promuovere uno sviluppo socioeconomico compatibile con la vocazione paesaggistica ed ecologica della zona, favorendo anche le attività tradizionali già esercitate localmente.
Si deve a questo ulteriore impegno il sorgere di nuove iniziative, ispirate ad un’idea di turismo responsabile, che si affiancano alle realtà esistenti.Sono numerose le scuole di immersione e i diving center ben consolidati e apprezzati nel quadro delle attività economiche di Acitrezza. Gli amanti del mondo sommerso possono così accostarsi alla conoscenza di un ambiente marino di incomparabile bellezza, oppure avventurandosi in immersioni più impegnative, alla scoperta della fauna ittica e delle meraviglie archeologiche custodite sott'acqua.
Per chi vuole godere di uno sguardo d’insieme a tutto relax, non manca la possibilità di salpare per mini crociere giornaliere sottocosta, con brevi soste per consentire un bel tuffo nel blu.
Su richiesta, è anche possibile partecipare a vere e proprie battute di pesca, pensate ad hoc per chi desidera vivere, sul mare e dal mare, le splendide emozioni di un mestiere antico e delle arti tradizionali della Riviera dei Ciclopi.
Imbarcandosi con le "ciurme" locali - utilizzando quindi i tradizionali attrezzi di pesca tra cui nasse, reti da posta, palangari e altri arnesi impiegati nella pesca costiera - si potrà, a fine giornata, affidare il pescato ai cuochi trezzoti che, nei ristoranti convenzionati, provvederanno a cucinarlo secondo le più genuine ricette siciliane.
http://www.isoleciclopi.it/index.php/itinerari-marini/32-la-riserva-un-ambiente-da-rispettare
Acireale
Sorge a metà della costa Ionica siciliana. I suoi abitanti si chiamano acesi (jacitani in siciliano). È sede della diocesi di Acireale. Acireale è nota per il suo carnevale, per il barocco e, fino a pochi anni fa, per le sue terme. Vicina all'Etna, comprende nel suo territorio una serie di borghi marinari dotati di porticciolo, tra cui Santa Maria la Scala e Capo Mulini. È il centro principale dell'hinterland acese, comprendente, oltre ad Acireale, i comuni di Aci Catena, Aci Sant'Antonio, Aci Castello, Aci Bonaccorsi, Valverde e parte di Santa Venerina, in origine tutti ricompresi nel territorio dell'antica Aquilia, che insieme formano un'unica area urbana senza soluzione di continuità di oltre 130.000 abitanti.
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