Sui ruderi della "Anticaglia di San Giovanni", i Messinesi costruirono la chiesetta della "Madonna della Lettera" e fecero di tutto per far nascere, accanto alle umili capanne di graticci di canne, un paese lineare e parallelo al mare. Nel secolo XVIII una potente famiglia veneziana, i Pasini, s'era stabilita ad Acireale ed in poco tempo aveva accumulato un'immensa distesa terriera a sud-ovest del "torrente Jungo". I Pasini, illuminati amministratori, operarono nella zona una politica di popolamento e svilupparono l'insediamento sparso, attirando manodopera e favorendo la formazione di piccole fattorie. Costruirono nel 1725, a sud dello "Jungo" una loro casa di campagna a cui doveva far capo il secondo nucleo dell'antica Riposto, che prese nome "Scariceddu" (piccolo scalo) per distinguerlo da quello già esistente. Al limite nord delle terre del "Bosco d'Aci" v'era una macchia di vegetazione di carrubi ed attorno ad essi, ben presto, sorsero alcune case sparse di contadini: il sito prese nome di Carruba. Il nucleo s'ingrandì allorquando nelle contrade vicine sorsero piccole industrie per la lavorazione del gesso, della calce, dei mattoni e quindi viottoli che portavano alla marina di S. Tecla, Pozzillo, Torre Archirafi. Bisognerà aspettare il 1855 per vedere questo nucleo divenire borgata, allorquando la società Florio realizzerà a Catania un impianto per l'estrazione dell'alcool dalla polpa del carrubo, e il nobile acese Martino Fiorini donerà il terreno dove sorgerà, nel 1892, l'attuale chiesa intitolata a San Martino. L'inizio del XIX secolo fece registrare un periodo di grande tensione : gli abitanti di Giarre, appoggiandosi anche alle aspirazioni espresse da Riposto, chiesero di potersi staccare da Mascali. I Ripostesi furono prima a fianco e poi uniti a Giarre. Fu dopo il 1815 che l'abile "politica d'attesa" dei Ripostesi diventò autonomia: infatti l'8 ottobre 1815 Riposto chiese al Re, l'autonomia da Giarre.
Intanto, con sovrano Rescritto del 12 febbraio 1820, era nata la Scuola Nautica dove si formavano gli Ufficiali della fiorente marina velica prima e a vapore dopo. L'esistenza di questa scuola e dei molti cantieri navali, l'intenso commercio, indussero, nel 1836, a richiedere allo Stato la costruzione di un porto. Il 17 aprile 1841 il re concesse l'autonomia di Riposto. Il 1 gennaio 1842 venne eletto primo Sindaco di Riposto, Don Rosario Grassi Bonanno che verrà confermato nell'alta carica anche nel triennio 1 gennaio 1846 - dicembre 1848. Dopo l'esito sfortunato della battaglia di Custoza, il 25 luglio 1848, che costrinse l'esercito piemontese alla ritirata, Ferdinando II decise di agire con forza per la riconquista della Sicilia insorta. La zona costiera ripostese non fu teatro di operazioni militari perché la popolazione, grata a Ferdinando II per averle dato l'indipendenza amministrativa, non si schierò con gli insorti.
Quando il 14 maggio 1849 il generale Filangieri e le sue truppe entrarono a Palermo ponendo fine alla rivolta siciliana, il re ricordandosi che Riposto le era stata fedele durante i rivolgimenti interni, incominciò a proteggerla favorendo specialmente le sue industrie ed il suo piccolo ma attrezzato arsenale. La morte di Ferdinando II avvenuta nel 1859 spense l'entusiasmo popolare. Dopo l'unità d'Italia, le condizioni economiche e sociali di Riposto miglioravano sempre più con l'affermarsi di una grossa flotta di velieri e da pesca nonché con lo svilupparsi dei suoi già famosi cantieri navali e con l'opera di costruzione del porto. In questo periodo vennero anche avviate la costruzione di numerose, importanti opere pubbliche. La chiesa di S. Pietro, iniziata nel 1808, aperta al culto nel 1818, completata nel 1865, venne eretta a parrocchia nel 1869. Nel 1895 si otteneva dalla Sacra Congregazione dei Riti la conferma dell'elezione di S. Pietro Apostolo a Patrono di Riposto e nel 1967 veniva insignita del titolo di "Basilica Minore Pontificia". La costruzione dell'Orfanotrofio dell'Addolorata, voluto dal sacerdote don Francesco Granata (1814-1901). La costruzione della Chiesa del Carmine, richiesta sin dall'agosto del 1853 dalla nobile signora Rosaria Pasini, devota della Madonna della Mercede, all'allora Sindaco di Riposto G. Fichera. Il Sindaco rispose positivamente nel 1863, così i figli della signora Rosaria; Stefano e Biagio Pasini dei Baroni di Malroveto donarono la loro cantina sita nel quartiere "Scaricello", che nel 1868 fu demolita per costruire la nuova chiesa intitolata alla Madonna del Carmine. (La denominazione della chiesa si dovette al seguente episodio: mentre i lavori erano in corso, un operaio cadde da un'altissima impalcatura e, invocando la Madonna del Carmine, nella caduta, si ritrovò indenne in una fossa piena di calce spenta). I Ripostesi sentirono il bisogno d'istituire nella loro città un piccolo ospedale per i malati più gravi; infatti il 28 luglio 1848 Suor Maria Gesù Crocifissa e Suor Maria Gesù Musumeci donarono alcune loro case al sacerdote ripostese Rosario Scandurra che doveva usarle per "Ospedaletto". Il piccolo Ospedale divenne Ospedale Civile per merito di Mons. Rosario Calì (1862-1887). Il 2 aprile 1872 l'ing. Salvatore Guarrera redigeva il Piano regolatore d'ampliamento approvato con Real decreto il 9 novembre 1872. Questo piano prevedeva: la costruzione del Municipio, di Scuole, del Mercato, del Teatro che doveva sorgere sul terreno detto "Pezza Grande" espropriato al barone Corvaja di Acireale nel 1877. Nel 1874 si costruì la piazza S. Pietro, principale piazza citttadina.
Il 19 gennaio 1882 il Re concesse a Riposto l'uso di uno stemma civico diviso in quattro parti: in alto, a sinistra, venne raffigurato il sole rosso su fondo oro; in alto, a destra, su fondo azzurro un brigantino veleggiante; in basso, a sinistra, su fondo azzurro, una torre d'argento merlata alla guelfa; in basso, a destra, su fondo oro, un grappolo d'uva color porpora con gambo verde. Lo stemma venne sormontato da una corona formata da un cerchio di muro d'oro aperto da quattro parti sormontato da otto merli uniti da muricciolo d'argento. Il 21 agosto 1890 con Regio Decreto si decise la costruzione della ferrovia Circum-Etnea che venne inaugurata il 2 febbraio 1895. Il 24 giugno 1866 venne inaugurata la linea ferroviaria Catania-Messina e nel 1870 venne costruita la stazione ferroviaria di Giarre-Riposto, ingrandita nel 1906. Per il grande commercio vinicolo ripostese, con R.D. del 1 ottobre 1888, s'istituì la Regia Cantina Sperimentale e, con R.D. 15 agosto 1908, la Regia Scuola di Commercio. Il 5 agosto 1906, dopo 70 anni dalla prima domanda fatta nel marzo 1836, s'iniziò la costruzione del porto. Alla fine del secolo XIX si verificò il boom economico di Riposto. A Riposto vi erano le sedi consolari di Svezia, Romania, Norvegia, Uraguay, Francia, Brasile, Grecia, Gran Bretagna. Nel 1885, vi si pubblicava la rivista settimanale "La Sicilia Vinicola". La conquista della Libia attuata da Giolitti nel 1911-12 prima, e la guerra mondiale del 1915-18 dopo, impoverirono Riposto perché i suoi mercati di esportazione-importazione rimasero chiusi fino al 1919 e molti dei suoi marinai morirono in guerra.Dal febbraio 1919 al marzo 1920
tutta la vita politico-amministrativa della città ruotava attorno alla figura ed all'azione del Commissario Prefettizio cav. dott. Giuseppe Grimaldi, che è passato alla storia del paese come il realizzatore di grandi opere pubbliche:
la costruzione del Palazzo Municipale e l'ampliamento della Piazza S. Pietro; la costruzione del Mercato Pubblico; la costruzione del Lungo Mare Riposto-Torre Archirafi; la costruzione dello Scalo di Alaggio a Torre Archirafi; la sistemazione delle strade dell'abitato e delle borgate. Nel 1936 si poté realizzare solo in parte il piano regolatore del 1920 che prevedeva la zona industriale. Da quel momento, le condizioni economiche della città subirono un collasso: l'agricoltura, l'industria e il porto quasi sparirono. In questo periodo arrivò la fusione dei Comuni di Giarre e Riposto con R.D. del settembre 1939 in uno solo, con il nome di Jonia. La nuova città occupava un'area di 40,38 Km aveva una densità complessiva di 752 abitanti per Kmq ed era formata dai Jonia (ex Giarre), Jonia Marina (ex Riposto), Macchia , S. Giovanni Montebello, Torre Archirafi Trepunti, Carruba. Il comune di Jonia ben presto cambiò nome in Giarre-Riposto; poi a causa di polemiche sull'accentramento dei servizi pubblici a Giarre (ma in realtà per le differenti origini e per la diversa estrazione sociale della popolazione dei due centri principali); con la caduta del fascismo, nel dopoguerra (1946) Giarre e Riposto tornarono comuni autonomi con i primitivi nomi appunto di Giarre e Riposto. Finita la seconda guerra mondiale, Riposto si trovò dopo i lunghi anni della dittatura con un vuoto politico e una grande crisi economica; i suoi uomini trovarono possibilità di lavoro emigrando all'estero e principalmente negli U.S.A., oppure navigando; le donne diventarono di fatto "vedove bianche". Negli anni 50 i principali provvedimenti urbanistici furono: la costruzione del sottopassaggio che unisce Giarre-Riposto; il completamento della via Etnea; l'apertura della via Guglielmo Marconi. In questi anni, specie nel settore vinicolo, Riposto attraversava una grave crisi: furono gli anni della grande emigrazione nel Nord America.
Negli anni '60 si costruì il tratto di lungomare che và dalla chiesa Madonna della Lettera fino al molo foraneo, collegando direttamente Torre Archirafi a Fondachello. Si completò il viale Amendola, si ampliò il porto con la costruzione di una seconda banchina e si iniziò la costruzione del molo pennello antistante la Chiesa della Lettera. Negli anni '70 si cercò di rafforzare le strutture del porto e si costruì, a difesa del quartiere Pagliaia, una barriera di massi; si coprì il torrente Jungo. La più importante opera urbanistica negli anni '70 è stata l'adozione di un programma di fabbricazione che prevede un ordinato sviluppo edilizio del paese.
www.comune.riposto.ct.it/it/storia-riposto.php
è la chiesa madre della città. nel giugno del 1967 papa Paolo VI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. L'edificio presenta all'interno una lavorazione elaborata: particolarmente di pregio è l'altare maggiore con gli scranni in legno di metà Ottocento, i pilastri con capitelli corinzi, l'altare del Crocifisso in marmo e legno. Il pulpito è opera dell'architetto Carlo Sada.La chiesa è a tre navate e a croce latina in stile neoclassico; risale al periodo tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX ed è dedicata al santo protettore dei marinai, San Pietro. Nel progetto originario era prevista la collocazione di nove statue marmoree e un campanile. Il 9 aprile 2010 sono state collocate sul frontespizio cinque statue in pietra di Comiso raffiguranti il Cristo Redentore e gli apostoli Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni, mentre il campanile non è stato mai realizzato. Nelle cappelle laterali sono esposte numerose tele di illustri pittori siciliani del Settecento e dell'Ottocento.L'edificio presenta all'interno una lavorazione elaborata: particolarmente di pregio è l'altare maggiore con gli scranni in legno di fine Ottocento, i pilastri con capitelli corinzi, l'altare del Crocifisso in marmo e legno, e il pulpito opera dell'architetto Carlo Sada. Nelle cappelle laterali sono esposte numerose tele di illustri pittori siciliani del Settecento e dell'Ottocento. La chiesa è dotata di un organo a canne costruito nel 1877 dalla ditta Jaquot-Jeanpierre di Rambervillers (Vosgi), restaurato nel 1990 dalla ditta Ruffatti di Padova
wikipediaè stata la prima chiesa di Riposto; tuttavia l'odierna struttura è la quarta ricostruzione. La prima fu costruita durante la dominazione arabo-normanna, la seconda durante la dominazione spagnola, la terza nel Settecento e l'ultima nel 1868. Un dipinto di Giuseppe Zacco raffigurante la Madonna della Lettera che sostituisce un'icona bizantina ormai perduta, un organo settecentesco ed una cripta con l'ossario dove si trovano un pozzo d'acqua marina ed i colatoi utilizzati per il trattamento delle salme, dove ancora oggi, durante l'alta e la bassa marea, l'acqua si alza e si abbassa.
fu sede dell'accampamento inglese durante l'occupazione Alleata
Il porto di Riposto, detto anche Porto dell'Etna o Marina di Riposto, è una moderna e complessa struttura portuale composta di un porto turistico e di un porto commerciale e da pesca.Nonostante l'approdo risultasse utilizzato a scopo commerciale dai tempi remoti è solo dai primi anni del XIX secolo che iniziarono le richieste al governo borbonico perché costruisse una struttura portuale degna di tal nome. La zona infatti faceva da collettore marittimo della produzione vinicola dell'area etnea, nonché di prodotti agricoli per l'esportazione. Nel 1820 sotto Ferdinando I di Borbone venne fondata una scuola nautica per addestrare capitani per la navigazione sia di cabotaggio che di altura. All'inizio del 1836 il comune di Giarre-Riposto inoltrò la richiesta, rimasta inascoltata, per la costruzione di un porto che oltre alle funzioni proprie commerciali fungesse anche da protezione delle abitazioni costiere da sempre esposte alle violente mareggiate dello Jonio. L'unica risposta alle molteplici sollecitazioni venne dopo l'unificazione, nel 1865, quando il Regio Governo fece costruire una boa di ancoraggio.Finalmente il 5 agosto 1906 quando con grandi cerimonie ufficiali venne posta la prima pietra per la costruzione del porto vero e proprio. Tredici anni dopo veniva costituito l'Ente portuale di Riposto. Il traffico commerciale di vini, frutta secca e prodotti agricoli si mantenne sempre notevole subendo un calo negli ultimi decenni. Alla fine del 1985 prese forma la decisione di trasformare la struttura portuale da commerciale a turistica convertendo l'esistente in una coppia di bacini da diporto, un'area ad uso peschereccio e costruendo ex novo un bacino commerciale a nord dell'esistente.Il porto di Riposto è sede dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Riposto della Guardia Costiera dipendente dalla Capitaneria di Porto di Catania. Il bacino completato, a gestione privata, è attrezzato di tutti i servizi occorrenti, con rifornimento di carburante ed acqua, cantieri navali e gru di alaggio; è in grado di accogliere fino a 366 natanti di lunghezza fino a 60 m.Il porto di Riposto è anche frontiera ed è sede del "Valico marittimo" gestito dalla locale stazione dei Carabinieri.
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